Anna Covone

Nata nel 1987 in un paesino dell’appennino Abruzzese. Non sono una nativa digitale: la mia generazione ha incontrato Internet seriamente solo in tarda adolescenza, nel mio caso all’università. Erano gli anni in cui o eri reticente e ti tenevi alla larga dai social network, anche un po’ snobbandoli, o ti ci tuffavi dentro con entusiasmo. Io ero fra i secondi, fra coloro che hanno visto in Internet un potente strumento di cambiamento e crescita individuale e collettiva. Perciò, dopo aver conseguito una formazione umanistico-antropologica, a 21 anni già lavoravo in un’agenzia di web marketing a Bologna e a 24 ero una blogger e una vlogger a tempo pieno, consulente e formatrice freelance, esploratrice del mondo digitale.

Sono conosciuta sul web per il canale “TuttosuYouTube” che, creato nel 2012 e con oltre 2 milioni di visualizzazioni dei miei video-tutorial, è diventato nel tempo un punto di riferimento in Italia per tutti coloro che vogliono intraprendere la strada dello youtuber. Un canale in cui per anni ho illustrato in modo semplice le tecniche e gli strumenti per promuoversi sulla piattaforma di video-sharing più popolare del mondo, una guida per aspiranti youtuber, anche se all’inizio non l’avevo vista esattamente così. Poi qualcosa è cambiato. Io sono cambiata. La mia visione è mutata grazie all’incontro con un pubblico inaspettato, un pubblico di ragazzi molto più giovani di me, dagli 11 anni in su, che mi hanno spinta a ricercare le radici umane del nostro rapporto con la tecnologia.

Nel 2017, all’interno della raccolta “YouTubers. Chi sono e perché hanno successo”, pubblico il mio primo saggio dal titolo “Appartenere alla generazione di YouTube”. Un’occasione davvero preziosa che mi ha messo in contatto con un mondo accademico assetato di sapere pratico sull’argomento. Poco prima avevo partecipato con la RAI alla realizzazione del documentario “I figli del web” che offriva uno spaccato delle vite di alcuni youtuber attraverso interviste e approfondimenti sociologici, con l’obiettivo di avvicinare genitori e insegnanti alla comprensione di questo fenomeno. In realtà, già con il mio canale, mi ero resa conto che questa esigenza era molto forte e avevo capito che, se narrata male, se affrontata senza le dovute conoscenze e con un linguaggio errato, la tecnologia poteva diventare motivo di allontanamento tra le diverse generazioni acutizzando quel divario intergenerazionale che da sempre fa sì che tra giovani e adulti ci siano difficoltà di comunicazione ma che ai giorni nostri sembrava aver creato proprio un muro, lasciando i giovani da soli di fronte alla sfide del mondo digitale. Le richieste di aiuto in tal senso mi arrivavano direttamente sul mio canale YouTube dai ragazzi, giovanissimi, costringendomi a riflettere su molti temi, alcuni dei quali anche molto personali.

Uscire dalla crisi trasformandola in consapevolezza

Mi sono fermata: di fronte a molti dubbi sulla “naturale” bontà della tecnologia, davanti a urgenti domande sulla mia società, ho sentito la necessità di lasciare per un po’ il mio canale YouTube, di riflettere su ciò che stavo comunicando e su come lo stavo facendo. Negli anni di pausa ho preso la laurea specialistica in Scienze della Comunicazione a Bologna e ho cominciato a chiedermi come poter dare il mio contributo a questa epoca tecnologicamente promettente ma anche terribilmente carente dal punto di vista umanistico. Dopo aver messo in discussione la reale capacità della tecnologia digitale di accompagnarci “automaticamente” verso un mondo migliore, mi sono scontrata con il demone del tecnocentrismo, figlio del dogmatismo scientifico e principale ostacolo a un confronto equilibrato su questi temi. Sia teoricamente che empiricamente mi è stato chiaro, a un certo punto, che i problemi che vediamo su Internet, dal cyberbullismo alle dipendenze dai social network, e che spesso ci portano a considerare “incomprensibili” le nuove generazioni, i famosi nativi digitali, in realtà sono semplicemente il riflesso di un sistema sociale che viviamo in maniera soffocante, basato sulla competizione e sullo sfruttamento, di un paradigma che non ci fornisce più valori e ideali in grado di promuovere la parte migliore dell’essere umano.

Guardandomi e guardandoci negli specchi digitali, lenti di ingrandimento in cui osservare l’umanità, mi sono chiesta cosa nascondessero veramente tutte quelle frettolose semplificazioni che fanno tanto male al dialogo intergenerazionale e che demonizzano gli strumenti tecnologici nel goffo tentativo di dare un ordine al presente. Dal mio punto di osservazione privilegiato, proprietaria di un canale YouTube e al tempo stesso studiosa di scienze sociali, ho cercato di rispondere a questa domanda, di capire da dove nascessero e cosa in realtà celassero quelle frasi in grado di creare solo distanza e dissonanza come “è colpa di internet”, “è colpa di YouTube” o, peggio ancora, quelle sentenze di sterile critica verso le nuovissime generazioni, considerate in qualche modo aliene, alienate dalla tecnologia.

Da questa ricerca è nato il libro “Il sogno di Youtube”, uscito a Marzo 2020, un saggio che, innestandosi su un racconto autobiografico, propone degli strumenti concreti per superare lo stereotipo sui media e sulle nuove generazioni, riducendo la distanza tra generazioni diverse e punti di vista differenti su temi tanto importanti per la crescita dei ragazzi. L’obiettivo è quello di facilitare il difficile dialogo intergenerazionale per migliorare la relazione adulti-giovani su questi temi, restituendo autorevolezza ai primi e comunicando fiducia ai secondi. Se questo libro viene alla luce in questo periodo difficile di quarantena dovuta al COVID-19, in cui ogni certezza viene messa in dubbio e il nostro sistema sociale mostra tutte le sue contraddizioni e la sua insostenibilità, è perché all’interno ci sono già i semi per il cambiamento che questa emergenza sanitaria, ma anche storica e politica, ci chiede: che mondo stiamo costruendo? E come vivono i più giovani la narrazione distopica del loro futuro? Cosa provoca questo scenario nella loro costruzione identitaria, che oggi avviene in grande parte anche attraverso i social network?

Il sogno di YouTube, un libro di Anna CovoneAll’interno del libro fornisco strumenti pratici per comprendere meglio il significato dell’esperienza online di figli e studenti, semplici soluzioni linguistiche per rivoluzionare il nostro modo di pensare e vivere il mondo digitale in un’ottica tecno-equilibrata ed aperta al dialogo. Si tratta innanzitutto di capire… cosa vogliamo comunicare ai più giovani? Fiducia o rassegnazione? Consapevolezza o paura? Forse la vera differenza tra il migrante e il nativo digitale consiste nel fatto che, mentre i migranti come me si sono illusi che la tecnologia potesse improvvisamente cambiare le cose in maniera radicale, i giovani nativi digitali hanno ancora fiducia che sia l’uomo a poter cambiare il mondo. Ed è questa fiducia, nutrita in un territorio umanistico, in cui la tecnologia è subordinata all’uomo e la cultura riveste un ruolo primario, che dobbiamo avere cura di coltivare nei nostri ragazzi e prima ancora dentro di noi. Scopriremo che, decifrando il codice della rete, si decifra anche il codice dell’umanità, un alfabeto di possibilità pronto a scrivere la storia che noi desideriamo.

Il libro è disponibile in formato cartaceo sul sito dell’editore e in formato Kindle su Amazon.

Di seguito alcune delle citazioni più significative relative ai tre intensi anni (2012-2015) in cui ho prodotto oltre 100 video sul marketing per YouTube e ho curato costantemente questo blog, portando avanti il progetto “TuttosuYouTube”.

E ora di cosa mi occupo? Dove mi ha portata questo viaggio?

Nella mia esperienza con “TuttosuYouTube”, con questo blog e con il canale video, ho avuto la possibilità di migliorare sempre di più le mie capacità comunicative, appassionandomi alla comunicazione efficace. Le numerose esperienze in ambito formativo, sia per corsi aziendali o eventi di settore, mi hanno portata ad occuparmi anche di presentazioni efficaci: nasce così il blog Notemplate, un manifesto “dove forma ed essenza convivono, guidate dalla ricerca di un valore autentico che restituisca all’uomo il suo potenziale creativo, sfidando con forza la visione razionalistica e standardizzata della comunicazione tipica dei template”.

Oggi mi occupo di comunicazione visiva, nello specifico di “slide” utilizzate sia in ambito commerciale che educativo. Attraverso i miei contenuti, disponibili online sul mio sito e sul mio nuovo canale YouTube, supporto professionisti e aziende che vogliono utilizzare le presentazioni per promuoversi più efficacemente, diventando più consapevoli degli automatismi che ci impediscono di adottare un approccio creativo e funzionale (anche) alla realizzazione di slide.

Una panoramica più aggiornata dei miei lavori e delle mie partecipazioni come speaker è disponibile sul profilo LINKEDIN.

Dopo “Il sogno di YouTube”: il mio prossimo sogno

Me lo chiedo spesso. Da quando l’esposizione massiccia della mia immagine su un canale YouTube, l’arrivo di tanti pensieri, di tutte quelle responsabilità con le quali un cosiddetto “influencer” necessariamente deve confrontarsi, hanno sconvolto il normale fluire della mia vita, mi domando spesso “cosa sto facendo?”. E soprattutto “dove voglio andare?”.

Parlare di marketing per YouTube non mi rappresenta più: mi ha fatta crescere, è stata la mia scuola professionale e di vita, ma oggi sento che posso mettere a disposizione i miei talenti, le mie risorse comunicative, in un modo più incisivo e più armonico con le mie inclinazioni naturali nell’ambito della formazione e della comunicazione tout-court. Il mio desiderio è portare le mie conoscenze sulle presentazioni efficaci, il mio metodo didattico sperimentato negli ultimi anni di lavoro in questo ambito, all’interno dei contesti scolastici e di tutti quegli altri contesti formativi che si occupano di sviluppare la creatività, l’intelligenza, la passione dei nostri ragazzi, delle nuove generazioni. Far sì che i giovani abbiano una bella testa con la quale coltivare pensieri autonomi è compito di noi adulti: è il seme che piantiamo nella terra, la responsabilità e la gioia più grande. Seppure negli ultimi anni abbiamo accettato riforme e tagli all’istruzione che sembrano aver impoverito il patrimonio umano e umanistico della nostra bellissima nazione, credo in un Rinascimento che avverrà, che sta avvenendo, e di cui la gioventù sarà il veicolo, la nostra più grande speranza ed eredità per il futuro.

Mi è capitato negli ultimi anni di fare lezioni sulla didattica con le slide in alcuni istituti superiori di Vicenza, Novellara, Cuneo e Vercelli: il mio sogno è arrivare in sempre più scuole, comunicare il mio sapere in questo ambito sia a docenti che ad allievi attenti alla comunicazione, curiosi nei confronti della vita, curiosi nei confronti della conoscenza. Con le tecnologie a disposizione oggi è un peccato che alcuni (o molti) ragazzi a scuola si annoino: attraverso slide ben progettate, un utilizzo efficace delle LIM, è possibile cominciare a cambiare qualcosa, stimolare lo spirito critico dei ragazzi abbandonando un metodo che ha ormai mostrato tutte le sue carenze e che è basato su una memorizzazione passiva. Sul sito dell’associazione Flipnet, inserendo la propria mail, è possibile visionare un mio webinar gratuito sulle presentazioni per la didattica.

Perciò, “ho trovato in questa “nuova” professione il modo di continuare quello scambio con le nuove generazioni cominciato tempo prima sul canale TuttosuYouTube. In maniera diversa, questo percorso mi ha permesso di avvicinarmi nuovamente alle tematiche connesse con l’educazione dei ragazzi. Sebbene le scuole siano oggi dotate di sempre più strumenti tecnologici questo non corrisponde necessariamente a un maggiore coinvolgimento dei ragazzi nelle materie scolastiche. Le lavagne elettroniche così come i programmi formativi se strutturati per veicolare una concezione meramente tecnica della cultura restano inefficaci. Un utilizzo sapiente delle slide incentiva il raggiungimento di una visione dall’alto, più ampia e più personale, favorendo lo sviluppo di quella capacità di unire i puntini e collegare le cose che in una società estremamente tecnicizzata come la nostra rischia di perdersi, frammentando sia la cultura che il tessuto sociale.”

Dal libro “Il sogno di YouTube”, Anna Covone, 2020

Puoi contattarmi per fare due chiacchiere su questi temi, per propormi una collaborazione o semplicemente per darmi un tuo feedback, scrivendomi all’indirizzo info@annacovone.it.

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